Quali sono le caratteristiche di bullismo e cyberbullismo? Quali sono i segnali che permettono di riconoscere un'azione di bullismo in corso? Quali sono gli interventi di contrasto possibili?
I videogiochi di oggi prevedono spesso la possibilità di gioco multiplayer online, offrendo così spazi di socializzazione ai giocatori. I ragazzi, soprattutto nei mesi freddi nei quali si esce meno di casa, affiancano quindi alla frequentazione di luoghi di incontro tradizionali, appuntamenti pomeridiani con amici e conoscenti nel mondo virtuale creato dal videogame. Si tratta di uno spazio, come le chat o i social network sviluppatisi in questa era di rivoluzione digitale, in cui si possono creare tra ragazzi dinamiche simili a quelle che si verificano altrove, nel mondo cosiddetto "reale". Con la differenza che si tratta di luoghi sottoposti a un minore controllo da parte degli adulti, siano essi insegnanti o genitori. Se, da un lato, questi spazi comunicativi sono utili per socializzare e per confrontarsi in merito al videogame giocato, dall'altro, come le chat o i social network, possono diventare un terreno fertile per episodi di prevaricazione.
Parliamo di bullismo, secondo la definizione storica di Olweus (1996), nei casi in cui
"uno studente viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o di più compagni."
Cyberbullismo, invece, è il termine che indica atti di vessazione, umiliazione, molestia, diffamazione, azioni aggressive indirette effettuati tramite mezzi elettronici come l’e-mail, la messaggistica istantanea, i social network, i blog, i telefoni cellulari, i cercapersone e/o i siti web.
"Il cyberbullismo implica l'uso di tecnologie dell'informazione e della comunicazione (…), per sostenere comportamenti deliberati, ripetuti e ostili da parte di un individuo o un gruppo, che è destinato a danneggiare l’altro/gli altri." (Belsey, 2004)
Oggigiorno non è più così facile distinguere in modo netto i due fenomeni.
Da un lato, perché gli atti di bullismo possono virare in atti di cyberbullismo. Ad esempio, il bullo può agire pubblicando foto, video o informazioni private della vittima, spargendo maldicenze attraverso sms/chat con il cellulare, con l’uso dei social network o con la posta elettronica. Dall’altro, perché le vittime di bullismo possono diventare cyberbulli nei confronti di chi li ha bullizzati.
Inoltre, le diverse forme attraverso cui si manifestano entrambi possono essere simili (insulti, denigrazione, isolamento). Le caratteristiche in comune, che definiscono degli atti come atti di (cyber)bullismo possono essere sintetizzate così:
Rapporto asimmetrico tra vittima e bullo (la prima in posizione down, il secondo in posizione up)
Reiterazione nel tempo dei comportamenti (nel cyberbullismo l’effetto moltiplicatore di Internet fa sì che anche un solo atto prevaricatore possa avere un effetto dannoso come se fosse reiterato ogni volta che la vittima viene ad esso esposta)
Intenzionalità nel provocare un danno (nel cyberbullismo, l’intenzionalità può essere diffusa tra i vari attori che divulgano il fatto)
Gli attori
I protagonisti sono in genere raggruppabili in quattro categorie:
(Cyber)bullo: chi mette in atto l’azione prevaricatrice, crea e diffonde materiale denigratorio e così via
I gregari: sostengono il bullo nelle sue azioni e lo aiutano nella propagazione del materiale prevaricante
Spettattori: le persone che assistono o vengono a conoscenza della prevaricazione e non fanno nulla per portarla alla luce o per interromperla
Vittima: chi o coloro subiscono gli effetti di un atto prevaricatore. Possono anche non essere direttamente coinvolti ma esserlo indirettamente in quanto toccati dai contenuti diffusi
I segnali
Quali segnali possono indicare un disagio causato da cyberbullismo?
Vediamo i principali:
(Cyber)bullo
alta considerazione di sé o senso di insicurezza sociale
mira ad assumere un ruolo riconosciuto e stimato all’interno del gruppo
totale mancanza di empatia
difficoltà (se non impossibilità) nell’assumersi la responsabilità per le proprie azioni
rabbia eterodiretta
famiglie “permissive” (scarso controllo) o “incoerenti” (incongruenza tra azioni e parole; le azioni sono imprevedibili)
Vittima
abbassamento dell’autostima
stati ansioso-depressivi
problemi scolastici e relazionali (che possono portare al rifugio nell’isolamento sociale o esclusione sociale)
suicidio (in questo caso sono presenti spesso fattori concomitanti come disagio psichico e bullismo tradizionale)
gli effetti psicologici sulla vittima sono a lungo termine per cui è necessario un intervento tempestivo per affrontarli
si rifiuta di parlare di ciò che fa online
utilizza Internet fino a tarda notte
fa un uso eccessivo di Internet
è turbato dopo aver utilizzato Internet
Le azioni di contrasto
Le azioni che mirano a contrastare gli episodi di cyberbullismo sono diverse.
Sul piano giuridico, la legge 71/2017 "Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo" è una legge ad hoc che ha nel suo impianto, non tanto la punizione quanto la riabilitazione e la cura per gli attori del cyberbullismo. Le segnalazioni possono essere fatte anche da minori over 14 anni senza l’intervento di un adulto.
Sul piano informatico, è indispensabile una buona educazione digitale che aiuti i ragazzi a districarsi nel mondo del web, a conoscerne i tranelli e i pericoli prestando un’attenzione particolare alla privacy propria e altrui.
Sul piano psicologico, non vi è una distinzione tra bullo e vittima in quanto entrambi sono visti come portatori di un disagio e per questo vanno sostenuti per evitare lo svilupparsi di danni maggiori in età adulta. È poi opportuno un buon lavoro sul gruppo dei pari (classe, squadra sportiva ecc.) per sensibilizzare quelli che possono essere gli spettatori a riconoscere e non sottovalutare il problema dando loro gli strumenti per reagire. Fondamentale fin dalla scuola primaria, oltre alla cura del problema nel momento in cui si verifica, è infine un'azione di prevenzione legata ai temi dell’educazione affettiva e al rispetto per l’altro.
Una delle caratteristiche del bullismo, infatti, e ancor di più del cyberbullismo è la deumanizzazione della vittima. Ritrovare il contatto empatico ed emotivo con l’altro, portatore della nostra stessa umanità fatta di emozioni e pensieri, è un ottimo strumento protettivo contro lo svilupparsi della prevaricazione.
Conclusioni
Le azioni di contrasto al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo richiedono delle azioni plurime da parte di professionisti, docenti, operatori e genitori affinché si crei un clima di fiducia e rispetto che funga da argine alle prevaricazioni. L’intervento preventivo primario è fondamentale, ma sicuramente anche un intervento secondario, a evento avvenuto, può essere protettivo. Attuare progetti facendo fronte comune e con un atteggiamento cooperativo tra gli adulti che hanno nelle mani la salute di bambini e ragazzi è fondamentale.
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