Il digitale da molti genitori è visto come elemento estraneo, difficile da integrare con i rituali della famiglia. Ma la sfida è alla portata di noi tutti. E prima si comincia ad affrontarla, più facile sarà raggiungere il benessere. Alcune indicazioni per i genitori a partire da "Il metodo per crescere i bambini in un mondo digitale" di Jordan Shapiro
La nostra idea di famiglia perfetta corrisponde più o meno al nucleo familiare riunito intorno al tavolo, all’ora di cena. In un mondo ideale, a fine giornata i membri della famiglia sono freschi e riposati e non hanno portato a casa dal lavoro alcuna frustrazione. La famiglia si ricongiunge: si mangia e si conversa e l’unico elettrodomestico ammesso alla celebrazione è il piano cottura.
Da alcuni decenni invece l’attenzione della famiglia a tavola si divide con un nuovo membro adottivo: il televisore! La diffusione della tv a colori in Italia risale alla seconda metà degli anni '70 e chi è nato in quegli anni ricorda le litanie dei propri genitori contro quel tecnosauro.
La tecnologia in questa storia è l’antieroe, il cattivo. Il digitale è visto come alieno, estraneo, difficile da integrare con i rituali della famiglia.
Finché gli adulti non familiarizzano con la vita digitale dei figli e non la contemplano nella routine continueremo a vivere in modo conflittuale questa parte della nostra vita, a discapito delle relazioni famigliari.
Non fraintendete, non stiamo sdoganando che - casi limite a parte - vostro figlio giochi a tavola senza alzare lo sguardo e rivolgervi la parola. Proviamo a immaginare un’alternativa inclusiva.
Aggiornamento del Sistema Famiglia 2.0
Come cominciare? Dalle “presentazioni”! Fatela entrare questa tecnologia che tanto entusiasma i ragazzi, sedetevi tutti insieme con lei e provate a conoscerla. Maggiore libertà di accesso farà pensare ai ragazzi che non devono nascondere il loro interesse e l’uso del mezzo (cosa e quanto).
Da dove cominciare? A quel punto, la famiglia stabilirà dei rituali, dei momenti in cui si usa la tecnologia insieme: si videogioca (i genitori più timidi possono affiancare i ragazzi e mostrar loro interesse per l’attività facendo domande, in questo modo i vostri figli vi sentiranno vicini, si sentiranno riconosciuti e non proveranno vergogna e senso di colpa per qualcosa che a loro piace), si guardano insieme video su YouTube, si legge un’e-book.
Quando e quanto? Chiaramente ci saranno momenti (prima di cena? dopo cena? quando sta bene ai vostri ritmi) e tempi per queste attività.
Quello del limite dello screen time esatto è una leggenda. Le decisioni a riguardo si prendono tutti insieme, altrimenti bambini e teenagers si sentiranno esclusi. La cosa giusta è diversa per ognuno di noi e ogni giorno, ma noi genitori non siamo abituati alle cose facili, giusto?
A che età? Tutto ciò si comincia - compatibilmente con l’età dei bambini - il prima possibile (quando il genitore è visto ancora come un modello dai piccoli, per intenderci.) Difficile, infatti, aprire un dialogo all’improvviso con un adolescente che sprizza desiderio di indipendenza, anche se tentar non nuoce.
Bonus Se i ragazzi non sentono restrizioni, non proveranno il desiderio di superare i limiti, perché sentiranno che gli accordate la fiducia di essere autonomi e responsabili. Chiaramente saranno state negoziate “regole” insieme, regole che non devono essere imposte: è in quest’ultimo caso che i ragazzi mostrano resistenze agli adulti e violazioni dei patti per recuperare l’autonomia se sentono che gli è stata tolta.
La routine familiare può essere aggiornata, integrando la tecnologia. Il lavoro del genitore è impegnativo senza se e senza ma, ma il margine in più di pace famigliare e benessere relazionale che si guadagna vale tutti gli sforzi spesi.
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