Come nasce l'idea di Edugamers for Kids 4.0? Un viaggio in auto senza i figli e due genitori alla ricerca di risposte alle ansie sulla propria capacità di gestire i ragazzi appiccicati ai videogame
Sei in macchina con un occhio concentrato sulla strada e l’altro puntato su un pensiero che ti assilla da qualche ora. Uno di quei pensieri capaci di pungolarti per giorni. Di quelli che non fai in tempo a perdere di vista, che tornano a presentarsi più forti di prima.
Alla seconda curva scopri che tua moglie è nelle stesse condizioni. Non sai più chi inizia a vuotare il sacco. Quello che diventa di colpo evidente a entrambi è il fatto che vostro figlio non controlla più le emozioni di fronte alla consolle di gioco.
Non sapete come intervenire: urla, discorsi pacati e ragionevoli, minacce di punizioni, sequestro del controller, abbracci e pacche sulle spalle. Le carte a disposizione le avete usate tutte, ma non c’è niente che abbia avuto un effetto significativo e duraturo.
Del resto, non c’è intervento che tenga: vostro figlio è stato appena ucciso dal colpo freddo di un cecchino che lo ha steso nel mezzo di una battaglia. Eppure è un ragazzino in gamba. Ottimi voti a scuola, pieno di amici, goleador della squadra di calcio di paese. Allora che cosa c’è che non va? Ma soprattutto: c’è qualcosa che non va?
Alla fine, solo una cosa vi sembra chiara: dovete capire che roba smuovono questi videogiochi, come funzionano, perché esercitano tutto questo fascino.
Un trillo. È lo smartphone di tua moglie. È un articolo che mi sono fatta mandare, dice. Poi, mentre l’auto scorre nel traffico cittadino, lei comincia a leggerlo e traduce delle parti per te. L'articolo si intitola The Case of Playing Fortnite with your Kids ed è firmato da un certo Shapiro, un professore americano, e la cosa strana è che descrive in modo sorprendentemente chiaro quello che avete appena discusso in modo confuso. E azzarda anche qualche soluzione o almeno una sorta di chiave per venirne fuori.
È così che inizia la partita che oggi si traduce in questo blog. Abbiamo cominciato a leggere altri articoli, saggi, testimonianze. Abbiamo telefonato agli amici, condiviso alcune letture, cercato e trovato in molti altri adulti la voglia di reagire a questa specie di disorientamento.
Il blog che state leggendo è un tentativo di intessere e alimentare queste riflessioni. A partire da una convinzione: il nostro ruolo di genitori non si arresta sul confine della mappa di Fortnite o di Minecraft.
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