
Un'équipe del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell'Università di Torino ha delineato una prima bozza di linee guida per il profilo dell'EduGamer, evidenziando le abilità pedagogiche, mediative e digitali richieste. Cofinanziata da Erasmus+, l'indagine offre diversi spunti per percorsi formativi innovativi
La ricerca che presentiamo in questo articolo nasce nell’ambito del progetto EduGamers for Europe 2.0, cofinanziato dal Programma Erasmus+ dell’Unione Europea, e rappresenta uno sforzo innovativo per definire il profilo e le competenze specifiche degli EduGamers, figure chiave nella gestione delle esperienze videoludiche educative.
Il lavoro nasce dalla necessità di riconoscere che il videogioco, con la sua capacità di simulare esperienze e di favorire l’immedesimazione, richiede un approccio educativo dedicato e specifico. A differenza del gioco tradizionale, le dinamiche videoludiche sollevano nuove sfide: dalla gestione delle regole alla conduzione di relazioni atipiche, fino alla necessità di collegare il mondo virtuale a quello reale. L’obiettivo della ricerca è dunque quello di delineare un profilo professionale per l’EduGamer, identificando le competenze necessarie per tradurre le regole, gestire l’asimmetria nei rapporti educativi e connettere la dimensione videoludica con la vita quotidiana.
Il progetto è stato condotto dal gruppo di ricerca “Reflect – Educational Practices” del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, sotto il coordinamento della Prof.ssa Sara Nosari. La metodologia adottata si basa sulle pratiche educative riflessive delle 3RPlay (Reflecting, Researching, Replaying) e ha fatto uso di un dispositivo metodologico chiamato “pretesto”. Questo approccio prevede due fasi principali:
Fase asincrona: Inizialmente, i partecipanti hanno ricevuto dei pretesti attraverso un Google Form, lavorando individualmente per formulare domande e osservazioni sulla situazione videoludica proposta.
Fase sincrona: Successivamente, in incontri online di gruppo, i partecipanti hanno discusso e analizzato le proprie domande, confrontandosi per approfondire la comprensione delle dinamiche in gioco.
Il percorso si è svolto su più cicli, con quattro pretesti diversi che hanno esplorato aspetti fondamentali quali le regole del gioco, le dinamiche relazionali ed emotive e il senso complessivo del percorso ludico.
I risultati della ricerca hanno permesso di definire una prima bozza di linee guida per il profilo dell’EduGamer. Tra le principali competenze emerse figurano:
Traduzione delle regole: La capacità di interpretare e adattare le regole di gioco alle specifiche esigenze educative, combinando standardizzazione e personalizzazione dell’intervento.
Gestione dell’asimmetria: La competenza di creare e mantenere relazioni paritarie pur riconoscendo le diversità e i ruoli differenti, garantendo un’interazione equilibrata tra educatore e partecipante.
Connessione tra reale e virtuale: La capacità di tessere un collegamento significativo tra le esperienze vissute nel videogioco e la vita quotidiana, aiutando i giovani a trasferire le competenze acquisite nel mondo reale.
Inoltre, la ricerca sottolinea l’importanza di sviluppare una postura critico-riflessiva, attraverso pratiche educative mirate alla problematizzazione, che stimolano domande descrittive, interpretative, modali, causali e ipotetiche, essenziali per una formazione autonoma e consapevole.
Scopri tutti i dettagli della ricerca e le linee guida per la formazione degli EduGamers visitando il seguente link: Leggi la Ricerca