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The Legend of Zelda: Breath of the Wild, la recensione di EduGamers for kids

  • Immagine del redattore: Davide Palandri
    Davide Palandri
  • 24 lug 2024
  • Tempo di lettura: 6 min

The Legend of Zelda: Breath of the Wild, uscito nel 2017, ha riscosso nel corso degli anni un enorme successo, sia di pubblico che di critica. In questa recensione, parliamo in particolare delle caratteristiche che lo rendono una miniera di occasioni e spunti educativi e formativi preziosi per gli EduGamers


Uscito in tutto il mondo il 3 Marzo 2017, The Legend of Zelda: Breath of the Wild ha riscosso nel corso degli anni un enorme successo, sia di pubblico che di critica. Per citare alcuni dei riconoscimenti ottenuti possiamo menzionare i tre premi ricevuti durante i “The Game Awards 2017”, tra cui il più ambito “Game Of The Year”.

Breath of the Wild rappresenta il 18° capitolo della rinomata saga di Zelda, il cui primo titolo uscì per la console NES (Nintendo Entertainment System) nel 1986 con il nome di “The Legend of Zelda”. Si tratta di una delle più acclamate serie di videogiochi mai esistite che include nel suo repertorio titoli quali “The Legend of Zelda: Ocarina of time”, uscito per NES nel 1998, oppure “The Legend of Zelda: a Link to the past”, pubblicato nel 1991 per SNES e successivamente per Game Boy Advance nel 2003.

Un sodalizio, quello con Nintendo, che va avanti da quasi 40 anni, nei quali sono usciti giochi della saga per quasi tutte le console del brand giapponese.

Aspetti tecnici (Genere, PEGI)

The Legend of Zelda: Breath of the Wild è un’avventura dinamica in cui si ha la possibilità di esplorare la grande nazione di Hyrule: foreste, boschi, vaste pianure da percorrere in sella al proprio cavallo, oppure catene montuose scalabili a mani nude per raggiungere cime inesplorate che si affacciano su territori nuovi e suggestivi.

Si può fluttuare nei cieli grazie a un deltaplano chiamato “paravela” e coordinare le proprie cadute per evitare di subire danni, mentre ci si lancia da grandi altezze, godendosi i voli mozzafiato sui territori del regno di Hyrule. Attraverseremo diversi territori, passando dalle regioni montuose dal clima rigido ai torridi deserti nei quali dovremo essere in possesso di specifici indumenti al fine di prevenire danni fisici dovuti a condizioni climatiche proibitive. 

Il PEGI classifica il gioco come PEGI 12, una categorizzazione in cui possono rientrare contenuti di violenza più espliciti rispetto a un PEGI 7 ma comunque da contestualizzare in un’ambientazione fantasy piuttosto che realistica, in cui sono presenti creature immaginarie come mostri e demoni. Tra gli indicatori specifici di contenuto troviamo proprio quello della violenza, dato che nel gioco sarà possibile incappare spesso in combattimenti di vario genere con diversi tipi di creature, avendo a disposizione una vasta gamma di armi tra cui archi, spade e strumenti magici.

Il gameplay di questo capitolo della saga, ovvero il modo in cui il giocatore può interagire con l’ambientazione che lo circonda, si differenzia molto rispetto ai precedenti Zelda, sia per la vastissima nazione di Hyrule esplorabile in ogni sua zona, sia per una grafica cel-shading che richiama lo stile degli anime giapponesi e del mondo del fumetto. 

Trama del gioco 

Il regno di Hyrule vive sotto la minaccia, ormai da diecimila anni, della calamità Ganon, una malvagia entità che in modo ciclico torna a colpire le popolazioni e mina l’equilibrio e la serenità sulla terra. Attraverso l’uso di grandi macchine da guerra - i colossi Vah Ruta, Vah Rudania, Vah Medoh e Vah Naboris - la calamità è tenuta sotto controllo, in attesa del suo prossimo attacco.

In tempi più recenti, cento anni prima degli eventi del gioco, Ganon era ritornata per impossessarsi dei colossi e aveva vinto la battaglia, mietendo molte vittime e seminando pericoli e mostri di vario genere nei territori circostanti. Link, il personaggio da noi interpretato e protagonista del gioco, è l’eroe prescelto. Cento anni prima aveva tentato di salvare la principessa Zelda, figlia del Re Rhoam. Insieme i due erano riusciti a mettersi in salvo di fronte al potere sconfinato della calamità. Link, ormai allo stremo delle forze, si era rifugiato, grazie all’aiuto di Zelda, nel “sacrario della rinascita” in cui aveva riposato per cento anni, mentre la principessa era riuscita a confinare l’entità intorno al perimetro del castello di Hyrule, rimanendo di conseguenza intrappolata al suo interno.

Cento anni dopo Link si risveglia senza ricordare niente del suo passato e, proprio attraverso le sue percezioni e la voce di Zelda che, come uno spirito guida inconscio, lo indirizza nel percorso del suo destino, inizia a ricordare il suo scopo e a recuperare le sue memorie, i suoi legami con Zelda e con gli altri eroi che guidano i colossi sconfitti da Ganon, attraverso flashback poetici che nel gioco aiuteranno a sviluppare la narrazione degli eventi passati.

La solitudine come mezzo per avvicinarsi a noi stessi

The Legend of Zelda: Breath of the Wild, uscito qualche anno prima della pandemia da COVID-19 e quindi molto giocato anche in questo periodo, ha permesso ai giocatori un’esperienza di solitudine più confortevole, in una condizione più intima, di vicinanza con il sé, proprio durante un periodo in cui la solitudine era una condizione forzata in seguito allo stato di isolamento della quarantena. 

Molte persone si sono trovate impossibilitate a godere del contatto interpersonale faccia a faccia per settimane o addirittura mesi, quindi i mezzi virtuali di socializzazione, come le videochiamate e i videogiochi multiplayer, sono diventati piuttosto popolari. Tuttavia anche The Legend of Zelda: Breath of the Wild, nonostante si tratti di un gioco single-player, e quindi giocabile solo individualmente, ha riscontrato un forte successo in questo periodo.

La possibilità di trovarsi in un’atmosfera desolata, sconfinata e disorientante, diventa, associata alla poetica delle immagini e della colonna sonora, un’esperienza piacevole che aiuta ad accettare la condizione di reclusione vissuta in prima persona a causa del lockdown.

In questa avventura tra le terre della nazione di Hyrule, tra pianure e montagne che spesso offrono scenari emozionanti ma anche di grande solitudine, il personaggio cresce e matura una sensazione di straniamento, attraverso cui non solo il personaggio, ma anche il giocatore imparerà a conoscersi meglio mettendosi in contatto con la dimensione più intima del sé, verso un processo di auto-realizzazione e crescita personale. (Lay, C. 2022)

Un’esperienza immersiva

Lo stato di immersione in un videogioco produce quella sensazione di smarrimento all’interno di un mondo totalmente differente da quello reale, sensazione così coinvolgente da indurre a dimenticare che si sta interagendo con una rappresentazione o una simulazione della realtà (Dunne, 2020).

Secondo alcuni studi sono tre gli elementi che caratterizzano questo stato cosciente di totale immersione (o stato di flow). 

Innanzitutto, l’attenzione è totalmente rivolta allo svolgimento delle azioni e dei compiti all’interno del gioco. Tutto ciò che non riguarda il gioco viene messo da parte. Il secondo elemento consiste nella percezione di un totale senso di controllo nei confronti del gioco. Giocare, pertanto, non permetterà di esperire stati di ansia legati alla perdita di controllo. L’ultimo fattore riguarda la percezione alterata del tempo: durante il flow percepiamo lo scorrere delle ore e dei minuti come più veloce rispetto al suo effettivo andamento (Csikszentmihalyi, 2014).

Nel caso di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, l’ambiente in cui ci troviamo a interagire è molto vasto. Questo permette di esplorare molti luoghi e conoscere personaggi attraverso i quali sarà possibile accedere a sfide inedite e ottenere riconoscimenti, premi e nuove esperienze. Da questo punto di vista, la libertà del giocatore è molto ampia, tanto che la trama del gioco può anche essere messa da parte in base alle proprie preferenze, poiché le potenzialità di questo mondo rendono possibile un numero sconfinato di ore di gioco in cui esplorare, lottare, socializzare.

Un elevato livello di immersione caratterizza gli scontri con i boss principali del gioco - i quattro colossi e la calamità Ganon - sfide che richiedono alti livelli di concentrazione: il giocatore deve quindi focalizzarsi appieno sulle proprie abilità di combattimento, cercando di individuare le strategie migliori per scovare i punti deboli degli avversari e sconfiggerli (Poggi, A. 2021).

Conclusione 

The Legend of Zelda: Breath of the Wild è un gioco poetico ed emozionante, adatto sia agli adulti che ai ragazzi, che offre spunti di riflessione, divertimento e un’esperienza immersiva unica all’interno di un regno magico in cui le bellezze della natura e dei paesaggi offrono immaginari straordinari. 

ll viaggio può essere condotto in modi diversi in base alle esigenze e alle inclinazioni del giocatore. Si potrà seguire lo svolgimento della trama in maniera lineare, verso la liberazione della principessa Zelda chiusa nel castello di Hyrule dalla calamità Ganon, che infesta ormai da cento anni tutto il regno. Tuttavia, è altresì possibile dedicarsi all’esplorazione dei territori, scalando montagne o attraversando deserti, alla socializzazione con gli altri personaggi che si incontrano lungo il tragitto, al combattimento strategico supportato da una vasta gamma di armi utilizzabili. Tutte queste possibilità rendono The Legend of Zelda: Breath of the Wild un’esperienza unica, intima e personale.

Bibliografia

Lay, C. (2022), The Legend of Zelda: Breath of the Wild as Philosophy: Teaching the Player to be Comfortable Being Alone, in The Palgrave Handbook of Popular Culture as Philosophy (pp. 1-24). Cham: Springer International Publishing

Dunne, D., "Brechtian Alienation in Video Games", in Press Start 1, no. 1 (2014), 79-99. Accessed June 20, 2020

Csikszentmihalyi, M., "Flow", in Flow and the Foundations of Positive Psychology: The Collected Works of Mihaly Csikszentmihalyi, 1st ed., 227-238. Basingstoke: Springer, 2014. doi:10.1007/978-94-017-9088-8_15

Poggi, A. (2021), The Legend of Zelda–Breath of the Wild: Engagement and Poetic Gameplay as Balance Between Immersion and Alienation in Videogames (Bachelor's thesis)


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