Nonostante il sospetto che continua a circondarlo, il videogioco può essere una risorsa per migliorare il proprio benessere, soprattutto se la sua fruizione è consapevole e mirata e garantisce l'equilibrio tra i vari "nutrienti" secondo l'innovativo concetto di "dieta videoludica"
Il videogioco viene per lo più guardato con diffidenza e con molti pregiudizi. Per questo motivo spesso ci si concentra su quanto tempo i ragazzi e le ragazze trascorrano giocando, su quali giochi scelgano e su quanto la pratica videoludica possa far loro male. Quasi mai o raramente, invece, ci si sofferma su come il gioco possa aiutarli a stare bene. Tuttavia, il medium videoludico oggi costituisce una risorsa importante per lo svago, la socialità e l’emotività dei giovani e pertanto è innegabile che contribuisca al loro grado di benessere.
Quello che per molto tempo è stato considerato solo uno strumento nocivo, causa di isolamento sociale, comportamenti aggressivi e problemi relazionali di vario genere, è ormai ritenuto da numerosi studi un medium culturale in grado di offrire uno spazio sicuro e stimolante nel quale sperimentarsi con le proprie abilità ed emozioni, socializzare e creare legami, approfondire interessi e acquisire competenze. Sono molti gli psicologi, gli educatori e i divulgatori scientifici che si spendono per promuovere il videogioco come un mezzo per prendersi cura di sé, elevandolo da semplice passatempo a elemento positivo nella vita dei giovani, se non addirittura a strumento di cura.
I video games non rappresentano solo un hobby, un mero intrattenimento: il ruolo che rivestono nella vita di oltre tre miliardi di persone in tutto il mondo è molto più di questo. Videogiocare significa infatti mettersi alla prova, concentrarsi e impegnarsi al fine di risolvere problemi o superare ostacoli, a volte anche molto complessi. Significa vivere storie ed esperienze uniche, scritte, ideate e realizzate da team di professionisti, narrate con grande efficacia attraverso paesaggi e atmosfere meravigliose e popolate da personaggi indimenticabili. Significa entrare in relazione con giocatori provenienti da tutto il mondo con i quali condividere passioni, interessi e sogni o dai quali imparare quanto possano essere diversi, ma altrettanto validi, i punti di vista di chi guarda la realtà sotto un’altra luce. Significa concedersi uno svago, rilassarsi, sfogarsi, emozionarsi, conoscersi, sperimentarsi e arricchirsi. Videogiocare oggi significa esperire una nuova forma di arte e di socialità, diversa da quelle finora sperimentate, più coinvolgente, più immersiva, più invasiva, spesso anche contraddittoria ma non per questo meno importante.
Per poter cogliere appieno i significati del videogioco e assimilare tutto ciò che ha da offrire, è necessario che il giocatore sia messo nelle condizioni di farlo, impari dunque a fruire in modo maturo e critico del medium videoludico, riflettendo sulle emozioni e sulle esperienze vissute nel mondo virtuale. Esperienze ed emozioni che, al contrario di quanto si pensa comunemente, possono variare di molto e rispondere a bisogni diversi del videogiocatore, a seconda dei titoli scelti e della loro fruizione. Se infatti è vero che ognuno di noi cerca qualcosa di diverso nei videogiochi e gioca per rispondere a un proprio soggettivo bisogno, è altrettanto vero che il mercato videoludico mette a disposizione un ventaglio spaventosamente ampio di possibilità, rendendo il videogioco uno strumento molto dinamico e mutevole, in grado di proporre esperienze anche molto differenti tra loro (esatto, nei videogiochi non si spara e basta!)
Per questo motivo nelle EduGaming Zone e negli altri interventi rivolti a bambini e adolescenti realizzati da EduGamers for kids rendiamo disponibile un’ampia varietà di videogiochi, con l’intento di sensibilizzare i giovani gamer a un uso più vario ed equilibrato del medium videoludico, al fine di diversificare la loro “dieta videoludica” e promuovere il loro benessere digitale. L’obiettivo non è quello di imporre dei particolari videogiochi a discapito di altri. Al contrario, desideriamo introdurre i giovani a tipologie di videogiochi che non conoscono, affinché possano scoprire nuove forme di intrattenimento e variare l'utilizzo dei video game a seconda delle proprie inclinazioni e delle proprie necessità.
Il concetto di “dieta videoludica” nasce proprio dalla considerazione di quanto sia ampio il ventaglio di possibilità quando si parla di videogiochi, in termini di disponibilità sia di tipologie e titoli, sia di esperienze differenti. Variare la libreria (o, per meglio dire, la ludoteca) di videogiochi diventa quindi una scelta di metodo con un’immediata ricaduta in termini di promozione del proprio benessere: le ragazze e i ragazzi apprendono che il medium videoludico può rispondere in molti modi differenti alle diverse esigenze che ognuno di noi ha nel corso della propria vita. I videogiochi non vengono utilizzati solo per puro e semplice divertimento, ma rispondono a bisogni molto vari: possiamo giocare a un titolo specifico perché ci permette di sfogarci e scaricare la tensione, un altro videogioco potrebbe invece essere adatto per rilassarsi prima di andare a letto, un altro ancora rappresenta la soluzione perfetta per concedersi una breve pausa durante l'orario di lavoro.
Nel tentativo di definire l’idea di dieta videoludica, equilibrata e varia, si è cercato di individuare alcuni descrittori, che potremmo definire "etichette" oppure "nutrienti", che ci hanno permesso di classificare - in modo dinamico ed elastico - i videogiochi sulla base dei bisogni ai quali riescono a rispondere.
Alla base della scelta dei videogiochi da utilizzare per i progetti di EduGaming, vi è dunque una visione ampia e strutturata che non tiene solamente conto dei gusti dei giovani videogiocatori, ma cerca anche di conciliare le loro preferenze con la possibilità di scoprire nuove frontiere in termini di esperienze e sensazioni. In tal modo, si amplia il ventaglio di titoli giocati e ci si allena alla scelta del videogame giusto a seconda della situazione; in poche parole, si varia la propria dieta in funzione di un maggior benessere.
Far comprendere ai giovani quanto i videogiochi possano contribuire al loro benessere digitale è un passo importante verso una fruizione critica e matura del medium videoludico. Dato il ruolo rilevante ricoperto dai video game nella vita di bambini e ragazzi, risulta cruciale offrire loro le informazioni e gli strumenti necessari a riconoscere le emozioni scaturite dalle sessioni di gioco e a riflettere su di esse, imparando così a fruire dei videogiochi a seconda del proprio stato d'animo e di ciò che in quel dato momento o periodo si percepisce come positivo per il proprio sé. Possedere le conoscenze necessarie a navigare nel vasto universo videoludico significa quindi essere in grado di scegliere i videogiochi giusti per i propri bisogni.
Questo approccio, essendo finalizzato al benessere digitale dei più giovani, ha anche lo scopo di prevenire attraverso la videogame education le cattive abitudini relative ai videogiochi, gli abusi, il gaming problematico o addirittura il gaming disorder (dipendenza da videogiochi). Dobbiamo infatti tenere sempre presente che, sebbene oggi molti pregiudizi e falsi miti sul medium videoludico si siano dimostrati infondati, l'utilizzo moderato dei videogiochi rimane un tema cruciale. Riuscire a prevenire e intercettare in tempo le problematiche che possono insorgere da un'eccessiva o scorretta fruizione dei videogame è un compito importante che richiede attenzione e competenze, rendendo così ancor più complessa l'intera questione riguardante il mondo del gaming, oggi attività molto diffusa ma non ancora così ben compresa. È evidente che la prevenzione nei confronti di quelli che potremmo definire "effetti indesiderati" o "controindicazioni" dei videogiochi costituisce un punto importante per il benessere digitale.
Vogliamo tuttavia concludere questa riflessione, sottolineando ancora una volta il valore positivo del gaming: il benessere può passare anche attraverso il videogioco. Oltre a essere un elemento centrale nell’intrattenimento di moltissimi bambini e ragazzi, la pratica videoludica può diventare una risorsa valida per prendersi cura di sé, per sentirsi bene, per imparare a conoscere meglio sé stessi e gli altri.
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